Luigi Ilardo, noto anche come "Gino", è stato un confidente del colonnello Michele Riccio del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) dei Carabinieri. La sua figura è centrale nella vicenda della trattativa Stato-mafia, fornendo informazioni cruciali che collegavano esponenti politici e delle istituzioni con Cosa Nostra.
Ilardo era considerato il capo della famiglia mafiosa di Villagrazia di Carini e si avvicinò al colonnello Riccio nel 1994, offrendo informazioni per la cattura di latitanti di spicco, tra cui Bernardo Provenzano. Le sue rivelazioni permisero l'individuazione di diversi covi e collegamenti tra mafia, politica e affari.
Tuttavia, Ilardo fu assassinato il 10 maggio 1995 a Roma, poco prima di essere ufficialmente inserito nel programma di protezione testimoni. Le circostanze del suo omicidio restano controverse, alimentando sospetti di depistaggi e complotti. Alcuni ritengono che la sua uccisione sia stata orchestrata per impedirgli di rivelare ulteriori dettagli sulla trattativa e sui suoi protagonisti.
Il ruolo di Ilardo nella ricerca di Bernardo Provenzano e le informazioni che fornì sulla trattativa%20Stato-mafia lo rendono una figura chiave, anche se controversa, nella lotta alla mafia in Italia. La sua morte prematura ha lasciato aperte numerose domande e ha contribuito ad alimentare il mistero e la complessità che circondano la vicenda della trattativa. La commissione antimafia ha più volte investigato il suo omicidio e il suo ruolo.
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